L’artista ripercorre i suoi primi passi in Samarcanda a pochi giorni dai primi casting artistici 2020. La tappa di Roma del 24 febbraio lo vedrà supervisor artistico.
Attore in grande ascesa, apprezzatissimo cantante. Ma non solo. Donato Altomare è un performer giovane ma già completo, fra i più stimati della sua generazione, attualmente in scena presso La fabbrica del Vapore di Milano, fino all’8 marzo, con Charlie e La fabbrica di Cioccolato, il musical con la regia di Federico Bellone e le coreografie di Gillian Bruce.
Donato Altomare nasce artisticamente in Samarcanda, joyner per la prima volta nel 2009.
Dieci anni dopo il suo debutto su un palco Samarcanda, lunedì 24 febbraio 2020 sarà il supervisor artistico delle audizioni per ballerini e cantanti che l’azienda terrà presso lo IALS di Roma, via Cesare Fracassini, due giorni dopo i casting artistici di Milano, sabato 22 febbraio 2020, presso MTS – Musical! The School in via Imbonati.
Per entrambe le date le iscrizioni sono ancora aperte.
Donato, quali aspetti aiuterai Samarcanda a ricercare negli artisti che si esibiranno ai casting?
Cerchiamo capacità artistiche, talento e quella voglia di calcare i palcoscenici che ho maturato proprio in questa azienda. Se oggi le mie esperienze professionali spaziano dal musical alla prosa passando per il cinema e la tv lo devo a quella scintilla che mi è scattata quando per la prima volta ho indossato la t-shirt Samarcanda.
Ti abbiamo ammirato in Rapunzel con Lorella Cuccarini, ne La Bisbetica Domata al Globe Theatre e prossimamente in Diabolik dei Manetti Bros. Cosa lega un’esperienza in villaggio con un curriculum così importante maturato in pochissimi anni?
Il legame c’è, perché il livello artistico nelle strutture turistiche si è innalzato moltissimo in questi anni. Dobbiamo superare il luogo comune che vuole dilettantismo sui palcoscenici dei villaggi. Oggi un cast artistico di una struttura turistica è un gruppo di lavoro professionistico a tutti gli effetti, retribuito e che prova e si esibisce davanti a teatri pieni tutte le sere. In un periodo, aggiungo, in cui le produzioni nei teatri sono pressoché ferme.
Cosa ricordi del Donato che nel 2009 si candidò per lavorare in Samarcanda?
Ricordo un ragazzo con un sogno ancora non ben definito e con pochissime e sparute esperienze alle sue spalle. Ricordo un ragazzo che grazie anche ai propri responsabili di quegli anni imparò ad amare il palco. Grazie a quel primo anno, parallelamente alle mie stagioni (12 fra estive e invernali) decisi da subito, grazie a Samarcanda, di approfondire le tre arti, canto, danza e recitazione. Quella scintilla è diventata oggi la mia professione.
Ritorniamo, in chiusura, alle audizioni Samarcanda: cosa consiglierai ai ragazzi che ti troverai di fronte lunedì 24 febbraio?
Consiglio di prepararsi seriamente: questa audizione può essere il momento di svolta della propria carriera. Ai più emotivi consiglio di stare tranquilli e preparare meticolosamente la propria performance. La ripetizione rende naturale ogni gesto, anche sotto tensione. Infine consiglio, se possibile, di divertirsi: in fondo vi esibirete in ciò che amate!